sabato 19 gennaio 2013

L'attesa

Conversations with Myself 5 Gennaio 2013
  
Si trovò in una stanza che gli sembrò irreale. Era spoglia, non conteneva quasi nulla: solo una branda, uno sgabello e un tavolino. E intorno grigie mura.
Il suo lungo viaggio attraverso l’insoddisfazione e la solitudine, nella ricerca di un’evasione dalle proprie paure di stupido maschio, l’aveva condotto in questo nuovo mondo del nulla così spoglio da rasentare il grottesco.
Iniziò l’esplorazione di questa sua nuova realtà alla ricerca di oggetti che potessero trarre linfa dalla sua creatività, ma il suo desiderio rimase schiacciato dal nulla che lo circondava.
Si frugò nelle tasche e trovò una matita consunta ed una gomma. Forse sarebbe bastato a dare vita all’immenso mondo della sua fantasia.
Aveva fame, allora disegnò sul tavolino una tazza di buon caffè fumante ed una brioche. Gustò il caffè e sbocconcellò la brioche, traendo dalla magica apparizione una sensazione quasi sensuale. Poi con la gomma cancellò la tazzina ormai vuota e le briciole rimaste sul tavolo.
Iniziò a guardare il muro grigio che circoscriveva i limiti dell’impossibile ed immenso mondo dei suoi desideri che ora gli sembravano un miraggio.
Con la sua matita inseguì un sogno del bambino che la vita aveva reso troppo presto adulto.
Disegnò una donna ed un cane che s’inseguivano sulla spiaggia spruzzati dalle onde del mare.
Il mondo che aveva disegnato era privo di colori ma splendeva come un miraggio.
Si sedette sulla branda aspettando che qualcosa potesse succedere.
Attese a lungo, ma non successe nulla: il mondo magico disegnato non si aprì alle sue speranze. Allora adagio e con dolore, iniziò a cancellare il suo impossibile sogno.
Poi cancellò anche sé stesso.
E rimase solo una cella vuota. (L'uomo cancellato Horst Fantazzini)